Lo studio di mediazione collabora col tessuto associativo del territorio nell’organizzazione dei gruppi di parola per i figli di persone separate.
I gruppi di parola sono momenti d’incontro fra pari: bambini, adolescenti, figli di persone separate che, sotto la guida di conduttori adulti – professionisti preparati nell’ascolto dei loro bisogni e nella conduzione dei gruppi –, possono esprimersi e confrontarsi circa la propria situazione di disagio legata alla separazione dei genitori.
Marie Simon, la ricercatrice francese che ha ideato i gruppi di parola, afferma che: “Il gruppo di parola è uno strumento per ascoltare i figli e permettere loro di esprimere quello che sentono”.
Non si tratta di un’attività terapeutica, ma di un intervento di prevenzione e sostegno che, alla sua conclusione, dà ai genitori l’opportunità di ricevere informazioni circa il vissuto dei figli in relazione alla separazione.
Un evento traumatico come la separazione, spesso, lascia i minori completamente soli nell’elaborazione dei loro sentimenti. La separazione viene gestita solo dagli adulti che, a volte, sono restii persino nel comunicare ai figli la loro intenzione di separarsi, sperando che ciò li faccia soffrire meno. Purtroppo non è così.
Anche i figli, soprattutto i figli, hanno bisogno di aiuto nella separazione dei loro genitori, perché sono preoccupati ma non sanno come esprimere i loro sentimenti e con chi parlarne. Questo tipo di aiuto non viene offerto dalla mediazione familiare, ma dai gruppi di parola.
Facciamo chiarezza: la mediazione familiare si rivolge solo agli adulti. I figli minori solitamente non vengono coinvolti fisicamente negli incontri di mediazione legati alla separazione della coppia.
Ci sono due motivi fondamentali:
- Il mediatore familiare lavora assieme agli adulti, ai genitori, per affrontare insieme le problematiche della loro separazione; aiutando i genitori, indirettamente si aiutano anche i loro figli. Se i genitori lavorano su sé stessi, sulla loro comunicazione, diventeranno più consapevoli e più sereni; genitori sereni, in grado di gestire la separazione e la relazione con l’altro genitore, significa figli più sereni ed equilibrati nella crescita.
- Nella mediazione si lavora con gli adulti per tutelare i loro figli. Giacché i figli – bambini, adolescenti – sono già molto stressati dall’evento separazione, non si ritiene opportuno coinvolgerli nella mediazione. Significherebbe caricarli di un ulteriore peso, mentre loro hanno solo bisogno di essere salvaguardati. Saranno i genitori, con l’aiuto del mediatore, a dover trovare le soluzioni migliori per loro, a comunicare direttamente coi figli, assecondando le loro inclinazioni, il loro carattere, ed è ovvio: chi se non i genitori sa cos’è meglio per i loro figli?
L’aiuto che si offre ai bambini o agli adolescenti attraverso i gruppi di parola, riguarda l’elaborazione dei sentimenti che provano a causa della separazione dei genitori.
I gruppi di parola aiutano i figli ad affrontare i cambiamenti emozionali e organizzativi legati alla separazione, o alla ricostruzione di un nuovo nucleo familiare; favoriscono la comunicazione tra figli e genitori, salvaguardano il legame intergenerazionale con entrambi i rami familiari, sono di fatto in sinergia con la mediazione familiare cui partecipano solo i loro genitori.
La partecipazione al gruppo di parola permette loro di trovare un luogo di condivisione e scambio con altri bambini, o ragazzi della stessa età, di esprimere ciò che vivono in un ambiente protetto, con l’uso di libri, disegni, parole, giochi e scrittura. All’interno di questo spazio, possono porre domande e avere informazioni, dare un nome alle proprie emozioni e vivere al meglio i cambiamenti, migliorando il dialogo con mamma e papà.
Il bambino/adolescente affronta la separazione attraverso l’esperienza del legame fiduciario con gli altri partecipanti del gruppo e con i conduttori. Imparano così a “mettere in parola” le proprie emozioni e ad affrontare il dolore.