La mediazione familiare non riguarda solo le coppie che si stanno separando, ma anche le relazioni conflittuali tra familiari.
Nelle famiglie, a volte, possono capitare periodi di crisi e conflittualità che vanno a minare l’equilibrio dei rapporti familiari, coinvolgendo diversi componenti: possono esserci difficoltà tra fratelli, sorelle, così come tra genitori e figli.
Nelle conflittualità familiari possono essere coinvolte anche più generazioni: i nonni, i genitori, i figli. Nella mediazione possono trovare spazio e ascolto tutti coloro che vivono difficoltà nelle relazioni familiari: la conflittualità non deve diventare un blocco nella comunicazione o un muro invalicabile, ma può essere una risorsa per affrontare dei cambiamenti e scoprire nuove prospettive.
La mediazione familiare, anche quando riguarda le relazioni all’interno dei gruppi familiari, è sempre un luogo protetto, in cui ciascuno può esprimersi, tutelato dalla riservatezza che la mediazione garantisce.
Il mediatore è una figura neutrale che accompagna le parti nel percorso per ricomporre i conflitti, ricucire il dialogo, risolvere i problemi in famiglia e costruire un nuovo equilibrio.
La mediazione si rivolge solo agli adulti: i figli minori non entrano fisicamente nella stanza di mediazione, ma sono sempre presenti attraverso i discorsi degli adulti; la mediazione, infatti, si occupa dei genitori: aiutare i genitori a ritrovare equilibrio significa aiutare indirettamente anche i bambini.
Per i figli minori, lo studio offre la possibilità di partecipare ai gruppi di parola, che sono un sostegno per bambini e adolescenti, soprattutto per la gestione delle loro emozioni nella separazione dei genitori.