Siamo sopravvissuti. In che modo? Chi un suo equilibrio ce l’aveva, se l’è dovuto stringere con lacci ben annodati ai fianchi, dopo averlo rivestito con tutte le possibili protezioni anti urto e ancorato ai punti saldi intorno a sé; chi non l’aveva si è aiutato come ha potuto preservando i propri spazi vitali, soprattutto gli spazi sociali, con qualunque mezzo, pur di sentire ancora pulsare vita, vita dentro la propria mente e nel cuore.
Quanti traslochi ci sono stati in quest’anno? Molti sono nati proprio dall’esigenza di essere meno soli. E quante separazioni? In molti casi, lo stress dovuto ai tanti cambiamenti affrontati e le incomprensioni che sono subentrate – perché ognuno reagisce e soffre a modo suo –, hanno messo in crisi tante coppie. Dopo un anno di pandemia che, abbiamo capito, continuerà ancora, quanti di noi hanno cambiato le proprie priorità? Quanti hanno visto cambiare se stessi e le persone accanto, quanti si sono dovuti adattare, trasformando in altro le proprie relazioni? Quanti hanno dovuto trasformare il proprio lavoro in qualcos’altro? Quanti ci sono riusciti? Siamo stati travolti da un anno denso di cambiamenti. E alla fine siamo cambiati anche noi, abbiamo dovuto farlo, per adattarci, per cercare di vivere con più serenità.